sabato 12 febbraio 2011

Good Bye, Jerry.


E così la NBA perde un parte di storia. Un coach che ha vinto 1127 partite in quel di Salt Lake, un grandissimo allenatore, che però chiude la carriera senza aver vinto un titolo. Analizzando i suoi anni ai Jazz diviene facile capire perché, prima la fine dell'era Johnson-Bird, poi l'epopea Jordan con le indimenticabili sfide, poi il dominio Lakers-Spurs della decade appena conclusasi.


La NBA non è che mi faccia impazzire in campo, partite piene di infrazioni di passi, fischiate per le superstar- che forse è la parte più grave, un arbitro dovrebbe essere SEMPRE imparziale-, spesso molto egoismo in campo, difesa nulla, atteggiamenti indisponenti, ma sono le storie che orbitano intorno al mondo del basket a stelle e striscie ad affascinarmi, quella di Sloan è una di queste, forse La storia, un coach che si siede nel 1988 su una panchina e alza il culo nel 2011.
Alla NBA mancherà il suo essere pacato, la bellezza della sua pallacanestro e quella rassegnazione al non vincere mai perché, 'DAMN!', c'era sempre una squadra fenomenale sul percorso. E anche quando si è congedato non ha sparato a zero su tutti, come avrebbe potuto fare contro chi lo ha spinto a tanto, ma ha semplicemente detto che non ha più la forza. Sottintendendo che non ne può più di litigare con Deron, caratterino talmente simpatico da aver fatto smettere Sloan.


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